mercoledì 23 marzo 2011

il linguaggio del corpo nella malattia....la psicosomatica





L’ammalarsi e il guarire rappresentano gli eventi estremi di un processo interno di auto organizzazione dell’organismo definito omeostasi.
Fu Freud con gli studi sull’isteria a dimostrare come l’apparato psichico abbia il potere di creare dei sintomi anche gravi a carico del corpo.

L’influenza quindi dell’apparato psichico sulla salute e sulla malattia del soma non è generica ma simbolica. Il corpo parla attraverso modalità simboliche sia quando è sano che quando è malato, permettendo all’inconscio di rivelarsi attraverso i sogni, i lapsus....

L’inconscio parla attraverso il corpo dicendo anche quelle cose che l’io non direbbe mai, perchè censurabili, ed è per questo che i sintomi, che si manifestano nell’individuo a livello somatico, sono messaggi della sua dimensione psichica che necessitano di essere interpretati per capirne l’origine.

W. Reich nel suo testo “L’analisi del carattere”, analizza come alcuni lati patologici del carattere si manifestano non solo attraverso modalità psicologiche e relazionali, ma anche attraverso corrispondenti atteggiamenti corporei determinati ad esempio dalla rigidità posturale e dai blocchi muscolari che traducono nel corpo la stessa coazione esistente nel pensiero.

Egli si chiede se un torace rigonfio, una mascella tesa, delle gambe deboli non siano indicazioni precise di un vissuto emozionale.

Studiare le difese somatiche si rivela uno strumento più efficace che attaccare le difese psichiche dell’individuo, confermando l’ipotesi dell’esistenza di un’identità funzionale tra difese psichiche e corporee.

Il carattere è l’espressione unitaria della funzione dell’individuo sia in campo psichico che in quello somatico; esso è l’atteggiamento fondamentale con cui l’individuo affronta la vita.

In sintesi, è possibile determinare il carattere di una persona studiando il suo comportamento oppure analizzando le attitudini del corpo quali si rivelano nella forma e nel movimento.

La struttura corporea e caratteriale sono due aspetti del modo di essere di un individuo.

Se il carattere è la risultante di forze opposte (guida e difesa dell’Io), separare l’Io dalla struttura caratteriale nella quale è incorporato significa aprire la strada ad un cambiamento della struttura fisica.

“Leggere” un corpo permette di percepirne gli squilibri e le tensioni muscolari ristabilendone l’energia; sciogliere una tensione muscolare vuol dire liberare un ricordo, un affetto…permettendo di ri-utilizzare l’energia bloccata.

L’uomo tende a verbalizzare e razionalizzare a scapito del vissuto del corpo e degli affetti; si tratta di decifrare ciò che è espresso dal corpo, il trauma che può nascondere e la localizzazione delle ansietà dalle quali involontariamente si difende.

Reich e Lowen valorizzano il corpo e le sue manifestazioni sottolineando come esse non obbediscano solo alle leggi di natura istintuale ma anche ai principi di natura simbolica; ogni organo possiede un ruolo funzionale e biologico ma anche uno simbolico corrispondente.

Cosa potrebbe voler comunicare l’inconscio del paziente attraverso la malattia, vista come forma particolare del linguaggio del corpo?

Per la psicosomatica, la malattia può rappresentare un momento di riflessione sulla situazione esistenziale dell’individuo; essa cerca “le ragioni della malattia “.

Ogni apparato del nostro corpo oltre ad essere una parte inserita nel totale e complesso funzionamento dell’individuo, rappresenta l’oggettivazione di una funzione indispensabile alla vita.
Il corpo, attraverso la malattia, comunica segnalando all’individuo un conflitto al fine di indurlo a ricercarne la causa e l’eventuale soluzione.
Il corpo parla attraverso la malattia invitando l’Io ad una presa di coscienza; l’organo leso rinvia al valore della sua funzione.

Una parte della comunicazione del nostro corpo inoltre, passa attraverso il tatto ovvero la pelle.
La pelle, organo di superficie del corpo umano, rappresenta l'involucro protettivo e insieme di contatto con il mondo esterno.
Struttura di confine fra il sé ed il non sé, organo di senso e organo di fondamentale importanza nell'omeostasi, è forse più di ogni altra parte del corpo implicata nelle vicende psico-emotive dell'individuo.
Già osservando con attenzione un bambino nei primi mesi di vita, non possiamo non avvertire l'intensità comunicativa dei reciproci contatti cutanei tra madre e bambino in termini di carezze, abbracci e vari altri tipi di stimolazioni ed esplorazioni.
Osservazioni sul bambino piccolo e correlate indagini psicoanalitiche hanno sottolineato quanto sia importante la pelle come fattore di organizzazione dell'identità e delle funzioni dell'Io.
Cambiamenti anche di lieve entità, come il calore o la sudorazione delle mani, possono essere un importante segnale di vissuto emozionale, ed essere parte integrante della cosiddetta comunicazione non verbale.

Non ci si deve stupire se anche molte malattie dermatologiche, del tutto o in parte, possano essere correlate alla presenza di conflitti psicologici che proprio attraverso la pelle possono esprimersi ed esteriorizzarsi. Si potrebbe affermare che la pelle è, insieme agli occhi, lo specchio dell'anima.




 

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